“Le ribelli”: intervista a Simone Petralia

Non è una raccolta di biografie di scienziate qualsiasi. In “Le ribelli: otto scienziate che hanno cambiato il mondo”, Simone Petralia (insieme a Scienza Express e Antonia Caruso) ha fatto una scelta ben precisa: ha raccolto storie di donne di scienza che “sono state anche attiviste, femministe, pacifiste, tutte in un certo senso queer e rivoluzionarie”.

Di solito le grandi scienziate ci vengono raccontate come persone vincenti, donne eccezionali che ce l’hanno fatta: grazie al loro impegno, hanno sorpassato ogni difficoltà facendosi largo in questa società che sì le svantaggia, ma mica così tanto, dai. Di solito queste grandi scienziate sono bianche, occidentali, di ceto sociale medio-alto e narrate come dedite solo alla scienza. Quasi disinteressate alla società che le circonda.
In questo tipo di narrazione manca però una componente fondamentale: la collettività.

Le scienziate raccontate da Petralia, invece, sono ad un certo punto uscite dai binari, hanno fallito, sono state disobbedienti, ma soprattutto si sono rese conto che la direzione della loro scienza e del loro impegno come esseri umani doveva essere rivolto non ad arrivare chissà dove come singoli individui, ma al miglioramento della vita delle altre persone.

Di questo e molto altro ho parlato con Simone Petralia, filosofo, giornalista scientifico, scrittore e… uomo femminista.

Potete recuperare l’intervista qui:

Lascia un commento