Sessioni d’esame extra a pagamento nelle università pubbliche? Come è possibile?

Alcune università pubbliche italiane prevedono una sessione d’esame extra a pagamento durante i mesi estivi. Questi “corsi estivi” sono irregolari e ingiusti. Perché nessuno ne parla?

Ieri stavo chiacchierando con un mio collega ed è uscito fuori l’argomento “università e corsi di recupero estivi“. Se in questo momento state già storcendo la bocca, allora avete avuto la mia stessa reazione. Io ho strabuzzato gli occhi e ho detto: “scusami, ma nelle università non esistono corsi di recupero come alle superiori… cioè o dai l’esame a luglio o a settembre, no?“. Lui mi ha risposto: “ma no, nella mia università, se pagavi, potevi avere un corso di recupero e una sessione d’esami extra durante l’estate“. Allora ho subito immaginato un’università privata, magari non italiana, che permettesse un’organizzazione simile. Ma in realtà l’università in questione era una grossa università pubblica del centro Italia.

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Sono rimasta scioccata per un po’ (in realtà lo sono ancora), ma poi ho iniziato a fare delle ricerche, anche chiedendo a voi su Instagram, e ho scoperto che le sessioni d’esame extra a pagamento durante l’estate sono la normalità per molte università italiane.

Come funzionano le sessioni d’esame extra a pagamento?

Mi rifaccio a quanto ho letto sul sito dell’università di Padova, che pare essere la più brava a pubblicizzare questi speciali “campi estivi” per studenti universitari. Ma in realtà potete trovare informazioni simili anche sul sito dell’università di Verona, di Urbino, e sicuramente molti altri.

Immagina di essere un* studente di ingegneria che proprio non è riuscit* a passare Analisi Matematica 1 il primo anno. Allora che fai? Fai richiesta per partecipare a un corso intensivo della durata di due settimane che si tiene la seconda metà di luglio in una sede speciale, in montagna. Non è gratis, devi pagare l’iscrizione di 55 euro, e poi anche l’alloggio di 210 euro, più naturalmente il vitto. Ma i tuoi genitori ti hanno detto che non è un problema: pur di farti passare quel maledetto esame e farti laureare in tempo i soldi te li danno loro.

I posti sono limitati, c’è una graduatoria (per requisiti economici), ma fortunatamente sei stat* selezionat*. Allora vai in montagna. Durante le due settimane di permanenza, il docente del tuo corso di Analisi Matematica 1 ti ripete la lezione mattina e pomeriggio. E l’ultimo giorno di corso dai l’esame. L’esame è scritto, è a crocette, più facile rispetto a quello degli altri appelli, e anche se non eri riuscit* a superarlo prima, questa volta ce la fai, prendi 27. Beh, si può dire che i 300 euro dei tuoi genitori abbiano dato i loro frutti.

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Torni a casa, ti iscrivi all’appello di settembre, ma non dovrai dare l’esame questa volta: il tuo 27 sarà verbalizzato. Al massimo, se è previsto, dovrai dare l’orale, ma beh, l’orale non è niente di serio se hai già preso 27 allo scritto, no? Sei felice, il tuo scoglio è andato, ce la farai a laurearti in tempo. In barba a tutti gli altri studenti i cui genitori non avevano 300 euro pronti nel cassetto, in barba a tutti gli altri studenti che durante l’estate dovevano lavorare per pagarsi l’università, in barba a tutti gli altri studenti che hanno avuto un appello in meno, una possibilità in meno per passare l’esame.

È legale tutto questo?

La prima cosa che mi sono chiesta è: ma è legale? La risposta non può che essere sì, perché altrimenti l’iniziativa non verrebbe pubblicizzata sul sito web e tramite mail.

Ma come può un’università pubblica prevedere una sessione d’esame solo per pochi eletti, per giunta a pagamento?

Se fosse del tutto regolare non ci sarebbe bisogno di verbalizzare l’esame come se lo avessi dato con le altre persone alla sessione di settembre, no? Ma allora perché viene permesso, e nessun* pare lamentarsi dell’irregolarità di questi corsi e delle disparità che portano, non solo tra gli studenti di quel corso di laurea, ma in generale tra tutti gli studenti italiani?

Cosa ci guadagnano le università che prevedono le sessioni a pagamento?

Questa è un’altra domande che mi sono posta. Perché il costo è sicuramente proibitivo per molt* studenti italian*, ma – di contro – non è abbastanza alto perché l’università ci guadagni direttamente.

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Io e alcune persone della community abbiamo ipotizzato che permettere di passare un esame difficile agli studenti che non sarebbero riusciti a superarlo negli appelli standard possa portare a un maggior numero di persone laureate in quell’ateneo. E quindi a un maggior prestigio dell’università, che porta con sé anche maggiori fondi pubblici.

Ma questa è solo un’ipotesi.

Sono curiosa di sapere se eravate a conoscenza di questi corsi estivi, se ne avete frequentato uno, e cosa ne pensate di questa iniziativa. Se vi va, lasciate un commento!

Se vuoi contattarmi puoi andare qui, se invece vuoi sostenere il mio lavoro, offrimi un caffè, grazie!

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