Il corpo intersessuale: scienza e violenza chirurgica

“La società vede il corpo come binario e il sistema medico riflette quella che è la visione del corpo per la società. Interviene con delle chirurgie che rappresentano delle vere e proprie mutilazioni dei corpi“, ha affermato in un’intervista Natasha Jimenez, attivista per i diritti delle persone trans e intersex.

Una delle conseguenze della scarsa partecipazione delle minoranze alla scienza è la discriminazione in ambito medico. Discriminazione che può tramutarsi, in alcuni casi, in una vera e propria violenza. È il caso delle persone intersessuali.

Ma andiamo con ordine.

Photo by Alexander Grey on Pexels.com

Cos’è l’intersessualità

L’intersessualità rappresenta la “I” della sigla LGBTQIA+ ed è un termine ombrello usato per includere tutte quelle persone i cui caratteri sessuali non rientrano nelle tipiche caratteristiche del sesso binario maschio/femmina. Le persone intersex sono tutt’altro che rare: rappresentano circa l’1,7% della popolazione. Per capirci: nel mondo esistono tante persone intersessuali quante con i capelli rossi. Questo a riprova del fatto che il sesso, proprio come il genere, non è affatto binario, ma aperto a un ventaglio di possibilità.

Violenza chirurgica

Nonostante il fatto che le persone intersex siano di solito sane e funzionanti, l’intersessualità rientra tra i disturbi cromosomici, endocrini e sessuali secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). La società le considera quindi “malate” e “da curare”. Per questo motivo, spesso, quando una persona intersessuale nasce, i medici attuano una vera e propria violenza chirurgica, nel tentativo di adeguare i genitali del nascitur* ai canoni del binarismo maschio/femmina. Di solito, ricostruiscono vulva e vagina perché “è più facile togliere che mettere”.

Queste operazioni sono una violenza perché:

  1. avvengono senza consenso;
  2. alla base ci sono motivi estetici e non medici;
  3. possono compromettere la sessualità della persona, impedendole di provare piacere;
  4. a volte creano disabilità;
  5. possono causare disforia di genere;
  6. minano in toto l’autodeterminazione della persona intersex.

“Il sesso è (quasi) tutto”

Il tema delle persone intersessuali e della violenza chirurgica è trattato molto bene anche nel saggio di Antonella Viola uscito nel 2022 per Feltrinelli: “Il sesso è (quasi) tutto“. Avevo recensito il saggio dell’immunologa in un post su Instagram:

In questo saggio Antonella Viola riassume in maniera esaustiva il problema del genere in medicina, ammettendo che sesso, genere e orientamento sessuale sono motivo di discriminazione anche in ambito medico.

Viola scrive:

Che in questo ambito una rivoluzione sia urgente emerge con grande chiarezza guardando alcuni dati della medicina, che per secoli è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a non vedere questo gravissimo squilibrio significa rinunciare alla cura, a quella medicina di precisione tanto sbandierata quanto falsa, se si cura con precisione soltanto il 50 per cento della popolazione.

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